Abbiamo tante risorse ma senza unità e cultura ci sarà solo miseria
Il detto“C’era una volta” non esiste più. I bambini che lo hanno potuto sentire e leggere tantissime volte usufruire erano i più fortunati. Hanno potuto riflettere e son cresciuti più educati, rispettosi. Ciò fin quando la scuola dell’obbligo e riuscita a cambiare le regole e a modernizzarsi fin troppo..E così con il tempo, il “C’era una volta” è scomparso e la società ne ha risentito in termini di qualità di vita. Oggi ne raccogliamo i frutti, purtroppo. Quel modo di dire imponeva di chiederci cosa fosse venuto meno, cosa c’era prima, cosa non c’è più.
Tale mancanza ci faceva sentire in colpa e la favola che ne seguiva ci insegnava cose importantissime, che dovevamo sapere, che non potevamo ignorare. Ecco perché il 21 Maggio 2016 nella giornata storica dedicata a Mastro Bruno Pelaggi, il nostro poeta-scalpettino, meritata voce della Treccani, abbandonai per un momento il messaggio dello Zzaccanu per proporre ai numerosi studenti presenti la favola delle tre grazie. “C’era una volta una coppia di coniugi povera, poverissima, mangiava quando poteva trovare, cosa non facile, qualcosa da mettere sotto i denti. Era la notte di Natale e i coniugi si trovavano in un casolare abbandonato , unica ricchezza, era la legna che ardeva regalandogli un bellissimo fuoco. Ma avevano tanta, tanta fame. Compare loro, all’improvviso, un personaggio misterioso che dice: “da questo momento avete tre Grazie a disposizione, potete chiedere tutto ciò che volete, il desiderio vi sarà esaudito”. Il personaggio scompare. Marito e moglie si guardano increduli.
Preso dai morsi della fame il marito, guardando la brace che ardeva, dice “sarebbe bello se ci fossero su quel fuoco cinque o sei costate di maiale”. Non ebbe finito di parlare che la carne comparve. Ma la moglie si rende subito conto che il marito aveva sciupato una grazia per quattro fette di carne. Lo rimproverò: “potessero caderti le mani, sciupi una grazia per quattro fette di carne?. Le mani del marito prendono il volo, scompaiono. Passano la notte parlando col dubbio, con tanto di interrogativo: se chiedessimo, se chiedessimo..se chiedessimo, insomma si ritrovano alle luci dell’alba, senza fuoco, con la carne carbonizzata, più infreddoliti di prima, e l’unica decisione saggia fu quella di far riavere le mani al marito.
La Comunità delle Serre somiglia per certi aspetti a quei coniugi.
Abbiamo tanta grazia di Dio potremmo stare bene tutti ma, come tanti idioti ci dividiamo, litighiamo, perdiamo, una cosa per volta, tutto quello che abbiamo, perché non lo apprezziamo e quindi non lo meritiamo Morale? Senza l’unione, senza