Per il nostro compianto giornalista “nei piccoli paesi montani, è ancora possibile riscoprire gli odori e i profumi della nostra infanzia che un tempo facevano del Natale la più bella festa dell’anno.”
Siamo nel mezzo dell’Avvento, il periodo che prepara la venuta del Salvatore e mi piace riportare fedelmente un contributo dell’amico compianto giornalista Enzo Vellone apparso su Gazzetta del Sud nel dicembre del 1995. Quel che scriveva Enzo era la testimonianza di ciò che accadeva nella nostra città nel periodo natalizio e che per fortuna ancora si rinnova. (Mimmo Stirparo)
“Malgrado il Natale consumistico e televisivo, tutto a base di lustrini e spot di ogni tipo, di nani e ballerine con inondazioni di pubblicità, da qualche parte, magari nei piccoli paesi montani, è ancora possibile riscoprire gli odori e i profumi della nostra infanzia che un tempo facevano del Natale la più bella festa dell’anno.
Serra San Bruno è forse uno di questi paesi, qui alcune tradizioni sono rimaste intatte, lo spirito devozionale ancora incontaminato. C’è ancora gente che già dal mese di novembre si cimenta con la tradizione natalizia della Natività, si arrovella con assi e tavole, si reca in montagna a cercare fra cespugli e ramaglie ciò che rassomiglia ad una grotta, ad un ponte. Insomma c’è chi ancora crede nel miracolo di S. Francesco, avvenuto a Greccio in quel 1223, quando appunto nacque la tradizione del presepio. Non sono pochi, giovani, e meno giovani che ogni anno trasformano persino le loro abitazioni in piccoli teatri di posa, in confusi laboratori di scenografia. Certo il tempo ha cambiato molte cose: il gusto, la fantasia, lo stile, quindi anche i “presepari” hanno ceduto a qualcosa, riadattando situazioni d’ambiente, scelta dei materiali e carattere delle statuine, una volta rigorosamente modellate e cotte da artigiani serresi che si servivano dell’argilla locale. C’è ancora chi ricorda il vecchio “Cinnirata” il quale tanti anni fa, il giorno dell’Epifania ricostruiva la strage degli innocenti voluta da Erode facendo a pezzi i bambini di cartone del suo presepio. Ovviamente tra i presepi in grado di confrontarsi con l’antica tradizione serrese oggi non se ne contano molti, secondo la tecnica e i materiali usati. Qualcuno dà fondo alla sua inventiva e gioca con la sperimentazione artistico – artigianale e insegue l’originalità preparando il presepe all’interno di un caminetto o nella cupola di un vecchio forno a legna come i cugini Amato. Tassone invece fa prevalere sulla scenografia la peculiarità delle sue statuine in legno, tutte scolpite personalmente con una sola mano e con pochi utensili. Altri, tuttavia, non abbandonano il vecchio motivo del,presepio serrese a tutto campo, con i grandi sfondi ricchi di paesaggio, dove si scorge la sorgente, la vecchia filatrice, i pastori attorno al fuoco. Così i presepi di Borello, Vavalà, Vinci, presepi in cui l’attenzione al particolare è quasi maniacale”.
Enzo Vellone