Angelo Gabriele Valente (Serra San Bruno 1828-1912); 1860 c.; Terracotta dipinta, legno, vetro; cm 80 x 140 x 60
Il presepio, collocato in una teca di legno dalla forma parallelepipeda chiamata in dialetto serrese scarabattolo, è visibile attraverso tre lati chiusi con vetri. La scena sacra è collocata in una costruzione architettonica decorata da mattoncini e formata da una cupola emisferica sorretta da arcate. Le statuine in terracotta dipinta hanno molte similitudini con quelle firmate da Angelo Gabriele Valente, plasticatore e artiere serrese, noto per la minuziosità nella cura dei particolari e per la delicatezza delle movenze dei personaggi del presepe. Angelo Gabriele Valente era soprannominato “lu cicatu di Taffa”, a causa della sua forte miopia. La voce popolare vuole che per modellare con l’argilla le sue statuine e curarle in ogni minimo dettaglio le avvicinasse troppo al naso, spesso rovinandole. Negli appartamenti vescovili di Squillace sono conservati due teche di legno, contenenti alcune statuette di terracotta dipinta: una delle due, che reca la sua firma, raffigura l’apparizione della Madonna a san Bruno, mentre l’altra contiene le immagini di tutti i santi più venerati a Serra: san Raffaele, san Giuseppe, san Francesco di Paola, san Biagio, l’Immacolata e san Bruno. Di questo fecondo autore rimangono inoltre, in collezioni private, altri due presepi in teca, di cui uno, firmato e datato 1870, è composto da numerosi pezzi, alcuni dei quali così piccoli (misurano, infatti, in altezza cm 1,5) e al contempo perfetti da suscitare meraviglia. Altri scarabattoli di sua mano conservati presso alcune famiglie del paese permettono di effettuare confronti e di riconoscere con sicurezza lo stile del Valente(Pisani D. 1999: 17).