Articolo dedicato ad una Persona Speciale i cui effetti deleteri della tecnologia invasiva, del materialismo esacerbato e del potere-denaro non hanno scalfito la sua parte spirituale.
Una dolce sera di agosto, proprio all’imbrunire, quando i colori della natura perdono la loro variopinta cromatura, davanti la statua marmorea di San Bruno che si trova posizionata prima dell’entrata principale della Certosa di Serra, riconobbi e salutai il cancelliere della Procura di Vibo, Tonino Scuglia, oggi in pensione. Adesso vive insieme alla sua compagna nel comune di Vazzano. Lui, dopo i convenevoli, si mise subito a parlare come se io gli facessi delle domande e come se i vent’anni del suo trasferimento a Roma non fossero mai trascorsi. Dal modo come mi raccontò con sincero ardore le vicissitudini della sua famiglia, capii subito che non mi trovavo più davanti il funzionario austero e formale di una volta, bensì una persona diversa, passionale e convinta di quello che diceva. Certamente qualche ‘frecciata del Destino” l’aveva segnato intensamente ma ancora non capivo in quale modo e in quale misura. Lo capii subito dopo, quando iniziò a parlare delle due figlie e l’emozione gli provocò l’inflessione tonale della voce. Mi riferì in breve che la primogenita Valentina, classe 1982, dopo la laurea partì per l’Africa come volontaria con lo scopo di aiutare gli ultimi e i bisognosi, ma poi dovette tornare in famiglia perché aveva contratto la malaria. Adesso insegna ma è rimasta profondamente legata al mondo religioso dedicandosi al prossimo e alle opere di bene. La figlia minore di nome Suor Maria Barbara – così la chiamò durante l’incontro e mai figlia come se ormai appartenesse alla schiera privilegiata delle spose del Signore – invece stava per entrare in un convento di clausura dopo un lungo iter temporale. All’inizio pensai che la sua emozione era dovuta al dispiacere di padre, di avere “perso” una figlia che aveva scelto un viatico spirituale al di fuori degli schemi tradizionali, ma non era così…la sua grande fede e l’amore per Maria Barbara erano superiori alle convenzioni cristallizzate della massa! Continuò così a raccontarmi fatti e vicende che riguardavano la protagonista del nostro articolo, fino a quando una forte curiosità giornalistica, mi costrinse con delicatezza ad interromperlo e gli chiesi se la potevo conoscere personalmente. Mi aspettavo una risposta negativa, invece, con mio stupore mi fissò un appuntamento. Dopo una settimana dell’ultimo ferragosto giunse il giorno dell’incontro proprio sotto le mura della Certosa, dove com’è noto, oltre ad esse vivono i nostri monaci una vita di preghiera e di contemplazione. Mi vennero incontro e il padre, dopo la presentazione, si allontanò con discrezione. Devo confessare che all’inizio mi trovai in uno stato di disagio, io laico e dubbioso, dentro quel contesto spirituale: con Lei a fianco vestita da suora – come nella foto – che iniziò a parlare disinvolta e suadente nella cornice della Natura rigogliosa che riveste le mura certosine… elementi che nell’insieme resero l’atmosfera rarefatta e piacevole suscitando sensazioni dimenticate e inaspettate. Classe 1987, mi disse che lei era stata una ragazza e poi donna del tutto normale e compassata nell’agire, come tante altre persone provenienti da una famiglia religiosa. Anche la madre – incinta di lei conobbe Natuzza che la incoraggiò ad affrontare la gravidanza nonostante avesse una grave patologia ad un rene – voleva entrare in convento ma dovette subire le estreme resistenze dei suoi genitori. Suor Maria Barbara aveva lavorato nel settore turistico con un Tour Operator di Roma e il suo compito era quello di girare per tutta l’Italia, visitare le strutture turistiche e poi segnalare le migliori al suo datore di lavoro che a sua volta le proponeva alla vasta clientela. Guadagnava molto bene, aveva avuto qualche fidanzato, insomma all’apparenza non le mancava niente. Invece le mancava tutto. Un’inquietudine incessante e diuturna disturbavano la sua psiche, un’ansia costante assaliva la sua mente e l’insoddisfazione esistenziale era divenuta quotidiana.
Poi la svolta il 15 giugno del 2013 . L’epifania della sua vocazione prima dormiente ma presente, “bussò” con tenerezza alla porta della sua anima e si rivelò durante una preciso episodio. Infatti mentre stava partecipando ad una adorazione eucaristica, un calore intenso pervase il suo corpo con aumento accelerato dei battiti del cuore. Qualcosa stava avvenendo. Una pulsione positiva e razionale le indicò la strada del cambiamento radicale. Suor Maria Barbara Il giorno seguente lasciò il ragazzo che certamente all’inizio non capii cosa stava succedendo. Distribuì tutti i suoi risparmi ai barboni della stazione Termini di Roma, aiutata dalla Polizia per mantenere l’ordine pubblico. Rinunciò ad ogni “hedonè” ( piacere umano) senza ripensamenti. Iniziò il suo cammino religioso per diventare cristiana prima dei voti, sotto la guida sicura del noto biblista don Fabio Rosini – Ufficio vocazioni – suo mentore e appartenente alla diocesi di S. Giovanni in Laterano. Successivamente entrò nel Monastero delle Clarisse Eremite di Fara in Sabina ( Rieti ) e dopo 6 anni quasi compiuti ( il 29.09.2019 ) si sarebbe consacrata definitivamente a Dio. Cioè avrebbe fatto l’importante passaggio dallo stato laicale allo stato religioso simbolicamente rappresentato da un anello dentro il crocefisso. Fatto che avvenne nella data prefissata. Successivamente mi riferì “che gioia, gratitudine e responsabilità hanno accompagnato il prima, il dopo e il durante la consacrazione: è stato un giorno perfetto dove il comune denominatore è stato l’Amore”… riferendosi alle persone presenti alla consacrazione mi disse ancora: “la presenza della gente che ha partecipato alla funzione “mi ha fatto sentire fortemente quanta responsabilità mi viene consegnata e mi auguro dunque di essere testimone verace della Persona che ho scelto di sposare: Gesù Cristo vivo e vero”.
Ma chi sono le clarisse eremite? Queste suore di vita attiva vivono in povertà e senza ausili pubblici. Sono governate da una madre abadessa e si autofinanziano con il loro lavoro attraverso la produzione gastronomica e la pittura di icone bizantine su legno. Sono 12 sorelle che hanno studiato scienze religiose e teologia, vivono in una struttura di 40 stanze che spesso concedono per ritiri spirituali e conducono una vita di clausura senza mai uscire se non per motivi gravi di salute. Dalle 5 alle 21 si dedicano alla preghiera e al lavoro. Esistono altre strutture in Asia e in Africa.
Tornando per un attimo all’incontro “certosino”… La nostra conversazione giunse alla fine. Lei mi rispose sempre con disinvoltura e con quel dolce sorriso, nonostante le mie domande insidiose da laico razionale che non riuscirono tuttavia a scalfire la sua imperturbabile e “atarassica” sicurezza. Mi disse pure che avrebbe pregato per me e che subito si sarebbe recata a salutare la sua comare Rita Tassone, la nota miracolata della Madonna dello Scoglio toccata dal Signore che abita a Serra. La conversazione con Suor Maria Barbara turbò positivamente la mia mente; mi sentivo più leggero e un senso di gioia pervase la mia persona. Altro non posso dire.
Nel caso qualcuno volesse contattare Suor Maria Barbara Scuglia puo’ farlo tramite indirizzo email: barbara.scuglia@libero.it