Nella Foto da in alto a SX: Vincenzo Farina, Nazzareno Aliciati, Zeno Pisani, Umberto Paparo, Micu Tucci, Michele Carrera, Umberto Paparo, Micu Tucci, Michele Carrera, Bruno Pisani (Jair) con il suo maestro Luigi Manno, Mimmo Rachiele, Damiano Raffele con alcuni clienti e Alessandro Rullo da Fabrizia, con salone a Serra
L’arte del barbiere ha radici molte antiche caratterizzando l’aspetto estetico della classi abbienti e aristocratiche e la nascita di essa affonda nella notte dei tempi. Nell’antico Egitto rappresentò una figura umile ma allo stesso tempo rispettata. A quell’epoca, i barbieri girovagano di porta in porta in cerca di clienti, ma alcuni di essi, i pochi più fortunati, occupavano un posto fisso nei Palazzi del Potere, dove la famiglia faraonica e l’élite dei sacerdoti si rasavano tutto il corpo ogni tre giorni. Le lame erano di pietra e di rame grezzo dotate di manici di legno. La rasatura era molto dolorosa. Per la messa in piega dei capelli invece del gel usavano grasso animale. Ma prima di continuare in questo excursus storico ed essere irretiti dal fascino sottile del costume antico, dobbiamo per esigenze di spazio, fare un salto enorme di oltre 5000 anni ed iniziare a parlare di questo mestiere nella storia recente della nostra cittadina, collocandoci così nel contesto socio-economico degli ultimi cent’anni. A quell’epoca per diventare barbiere si frequentava “Lu Mastru” prescelto dalle famiglie quando i ragazzi dai dieci anni in poi, acquistavano una parziale autonomia. Il barbiere adulto integrava ma non sempre, l’educazione degli adolescenti insieme ai genitori e per i pochi che andavano a scuola, quella dell’insegnante scolastico. Gli attrezzi per aprire una barberia erano pochi e di entità modesta, pressappoco come oggi : forbici, pettine, macchinetta a mano, pennello, schiuma, ampolla, pietre per affilare e la “sciarpa” ( a Vibo “Fibia”), cioè la cinghia imbrattata di cera per affinare l’affilatura del rasoio, teli antisporcizia. Il lavoro si svolgeva in una singola stanza a pianterreno ( solo Micu Tucci svolse l’attività al primo piano ) alla presenza della clientela, dove gli allievi seguivano il Maestro da vicino e dove essi talvolta imparavano le prime parolacce. La schiuma usata per la rasatura man mano veniva poggiata su fogli di giornale tagliati su misura, sulle schedine di totocalcio scadute, sui volantini della pubblicità e sui fac-simili nei periodi elettorali, quindi quasi sempre! Il salone era un centro di aggregazione sociale, dove affiorava il pettegolezzo, la maldicenza e i commenti, quasi sempre superficiali e sommari e gli argomenti discussi riguardavano il calcio e lo sport, la politica locale e nazionale e il pianeta donna allora tabù totale, non certo dal punto di vista dell’emancipazione. A tal proposito, a Natale non mancavano mai i “calandieretti” profumati di donne in costume di bagno castigato e poi man mano con gli anni senza veli. Quando raramente il confronto si accendeva troppo tra la clientela, il barbiere faceva da moderatore calmando gli animi, come in una tavola rotonda in TV. La clientela si concentrava il sabato e mattina di domenica e allora i turni per farsi barba e capelli divenivano lunghi e noiosi. Il mastro, chiuso nelle sue quattro mura, era presente in tutte la fasce d’età; per i bambini portati dal padre che venivano fatti sedere sui “cavallucci” per farli stare fermi; per gli adolescenti che si presentavano da soli dicendo: “Mi dissa papà miu si mi faciti li capidhi che puoi passa idhu mu vi paga…”. E infine assistevano i loro clienti anche da morti, quando dovevano radere la barba e aggiustare i capelli, prima che il defunto fosse posto definitivamente nella bara.
Il pionere dei barbieri serresi iniziò la sua attività 100 anni fa, quando si ritirò da militare dalla prima guerra mondiale ( 1915-18 ): Vincenzo FARINA ( 1896 – 1949 ) che svolse la sua attività dove aveva il negozio Ciccio Scoppetta, oggi gioielleria. Con la famiglia ( Li cavadhucciari ) abitavano di fronte la casa del sarto Mastro Domenico Sodaro ( nonno materno del sottoscritto ) al Corso Umberto I. Era padre del Dirigente Scolastico Angelino Farina, padre quest’ultimo di Maria e Vincenzo ( ex Magistrato e Professore Ordinario all’Università di Lecce). Ogni anno ad agosto, i nipoti sopra citati, vengono sempre a Serra dove hanno amici e interessi. Il suo allievo fu Nazzareno ALICIATI ( 1914/ 1995 ),elegante e sorridente, padre di Rosa, Lina, Enzo, Marcella, e Renata. Alcuni dei suoi allievi furono Salvatore VAVALA’ ( Turuzzu ), Nazzareno SCHIAFONE ( Lu Milanu ) e Pinuccio BARILLARI ( Rubinetto ). Aveva il salone dove oggi sorge l’ottica Grupillo-Tripodi. A fianco c’era Umberto PAPARO che poi si specializzò anche come parrucchiere per signora. Negli anni e per poco tempo, dove abita “Ncetta Condoleo “ sposata Mannella ( Lu Manniedhu ), al primo piano lavorava Micu TUCCI, lo ricordiamo con i suoi capelli lisci e baffetti anni 40’. Intanto da Spinetto proveniva Pasquale BRUZZI’ che svolse la sua attività dove attualmente vi è il negozio di abbigliamento Punto Uno di Mario Papasodaro e poi sotto la Cassa di Risparmio. Dotato del sarcasmo del padre, fu molto amato da amici e clientela. Di fronte il bar Bosco vi fu per molto tempo Michele CARRERA ( Lu generali ) con allievi suo fratello, oggi in Canadà) e Dante Barillari ( figlio di Mastro Gaetano Ficandiana ) oggi a Torino ed altri. Mi ricordo la fila delle persone avanti il salone per aspettare il turno. In tempi più recenti, vicino il monumento dei caduti, vi era Turuzzu VAVALA’, poi trasferitosi vicino il l’ex Cinema Aurora e da poco andato in pensione. Taciturno di carattere ma gentile ed estremamente educato. Poi ancora a destra per chi entra nella Chiesa dell’Assunta di Terravecchia vi era Mimmo Rachiele ( Lu sculatu ).
A Spinetto negli anni 50’, il pionere fu tal Luigi Manno che aveva la barberia sotto la case delle “bambole” sul Corso Umberto I, sorelle zitelle che abitavano sopra, emigrato poi in Canadà. Da Soriano proveniva Mastru Vicienzu Monardo. Suo allievo fu Zeno Pisani ( fratello del più noto Jair ), morto giovane. Di fronte la posta aprirono un salone per uomo e donna i fratelli Amato Bruno e Gabriele ( Manneggia ), anche loro dei galantuomini; vicino la Chiesa di Spinetto per 50 anni lavorò da barbiere il noto Nicola Borello, amico degli amici sempre disponibile, adesso in pensione. L’ultimo della vecchia generazione è Bruno Pisani Jair sotto il mercato che tutti conoscono. Spiritoso e simpatico intrattiene i clienti, oltre che con le sue sottili e sarcastiche opinioni politiche, anche a suon di chitarra. I nuovi barbieri sono: Damiano Raffele di fronte il fruttivendolo Andreacchi-Spampa, Giuseppe Campese quasi di fronte la farmacia Cordiano di Spinetto, Alessandro Rullo proveniente da Fabrizia e Giuseppe Mazzotta proveniente da Sorianello vicino la Chiesa di Spinetto. Speriamo di avere assolto il nostro compito avendo elencato e fatto un omaggio a questo antico e nobile mestiere. Ci scusiamo se qualcuno non è stato citato.
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