Certe volte vale la pena considerare come personaggi quelle persone che, se anche non sono emerse culturalmente, con la loro storia possono insegnare tanto agli altri ed anche alle istituzioni. È il caso del nostro Bruno al quale sicuramente la fortuna non ha voluto tanto bene ma che, comunque, con il suo modo di vivere, nel bene e nel male(tra virgolette) ha saputo dare un senso alla sua esistenza e lasciare un messaggio non indifferente volto anche ai giovani di oggi. Nasce a Serra San Bruno negli anni cinquanta e qui passa tutta la sua vita insieme alla madre ad un fratello ed una sorella. Da piccolo sembrava un bambino normale ma poi quando ha incominciato a frequentare la scuola ci si è accorti che c’era qualcosa in lui che non andava: non riusciva a concentrarsi ad apprendere e integrarsi aveva, insomma, qualche disabilità psichica che lo pregiudicava nell’apprendimento e poi nel comportamento sociale. Allora non c’erano, per questi malati, le cure specifiche che ci sono adesso ne gli insegnanti di sostegno per seguirli e consentir loro di inserirsi non solo nella scuola ma anche nella società. Bruno, quindi, ben presto ha dovuto abbandonare la scuola ed essere seguito soltanto dall’affetto e dall’amore della sua famiglia. Nonostante ciò è riuscito lo stesso a socializzare ed a costruirsi un percorso nella società con aspetti positivi e negativi. Era solito uscire di casa molto presto le mattine, prima dell’alba, e molto spesso incontrava i netturbini – così si chiamavano allora i dipendenti del servizio di nettezza urbana – che, a quel tempo, iniziavano il loro servizio molto presto e piano piano entrò in confidenza con uno di questi operatori tale Muzzì(detto Lu Negus per la sua carnagione olivastra) al quale era affidato il compito di pulire il corso principale del paese Corso Umberto I. Incominciò così a seguire ogni giorno e con puntualità questo operatore e piano piano imparò il “mestiere”.
Imparò così bene che con il tempo diventò a sua volta netturbino regolarmente assunto dal Comune di Serra San Bruno che gli affidò proprio il compito di pulire il Corso Umberto I. Ogni mattina Bruno si recava di buonora presso i magazzini del Comune prendeva il carrello della spazzatura e gli altri attrezzi e con passione e determinazione si metteva a spazzare il Corso a lui affidato senza lasciare nemmeno l’ombra dell’immondizia. Purtroppo, però, Bruno imparò anche a bere ed a fumare e questi sono gli aspetti negativi della sua storia. Gli orari insoliti e le temperature impervie, soprattutto nei mesi invernali, nei quali gli operatori ecologici, a quel tempo, svolgevano il loro lavoro spesso li portava ad assumere qualche bicchierino di liquore o di vino per riscaldarsi e ritemprarsi un poco e la cosa è del tutto normale e comune a tutte le attività che si svolgono nelle stesse condizioni, quando, però, si comincia ad esagerare allora si cade nell’annoso problema dell’alcolismo. Bruno, purtroppo e suo malgrado c’è cascato diventando così un alcolista. Le sue menomate condizioni psichiche non gli hanno fatto capire che bere ed ubriacarsi non era un gioco come magari lui credeva ma che era una cosa molto pericolosa per come poi lo è stata. Aveva poi preso il vizio del fumo, fumava i sigari toscani e la sera magari con un bicchiere di vino in più nello stomaco e con un sigaro in bocca si ritirava a casa ubriaco fradicio intonando a squarciagola motivi incomprensibili. Finiva così la sua umile giornata. Spesso le sere, quando non era avvinazzato, prima di rientrare a casa passava dal tabacchino di mio padre per comprare i sigari e a mò di giustificazione, perché mio padre cercava sempre di convincerlo a non bere vino, gli diceva: “viditi a mastru Gianni non ndi staiu bivinedu cchiu vinu ca lu saccio ca mi fa mali” poi andava via contento dopo il commento positivo di mio padre che gli diceva “bravo bravo continua così e togliti anche il vizio del fumo”. Una sera mentre mi trovavo al tabacchino con mio padre, arriva lui e rivolgendosi a me dice “Bonasera abbucatu, mi la faciti na dinunzia ca chissi non mi dassanu stari”guardando fuori dalla porta noto dei ragazzini che ridendo e scherzando rivolti verso il povero Bruno lo prendevano in giro chiamandolo”Guobbu”e ciò perché col passare degli anni il suo torace era stato un pò deformato dalla gobba. Sono rimasto molto male per questo, non ho fatto la denuncia come lui voleva ma ho individuato quei ragazzi recandomi poi presso le loro famiglie per parlare con i genitori e raccontare il fatto accaduto, Per la verità tutti si sono dispiaciuti dicendomi che avrebbero provveduto a parlare e catechizzare i loro ragazzi. Qualche giorno dopo mentre mi recavo in studio sento una voce dietro di me “abbucatu…abbucatu..” mi giro ed era lui che c’è Bruno e lui “sai chidi guagliuni mo mi dassanu stari non mi ngiurijanu cchiui…..grazi abbucatu e si ti serva carcosa io sugnu a disposizioni” non preoccuparti Bruno, gli rispondo, io voglio solo che tu non ti ubriachi più e lui: “si, si non ndi mbivu chiu vinu….statti buonu”. Bruno oltre alla sua attività di operatore ecologico frequentava anche la Parrocchia dove era solito suonare le campane(che allora si suonavano a mano) e nei funerali accompagnava il Sacerdote portando la Croce(allora si faceva così). Proprio per questo ma anche perché il lavoro che faceva lo portava sempre in giro per il paese, era sempre aggiornato su cosa succedeva, su chi stava bene e su chi stava male. Quando veniva al tabacchino di mio padre per comprare i sigari ed era a conoscenza che qualcuno stava male era solito dire ironicamente: “a mastru Gianni mi spagnu ca priestu ndi lu calamu n’atru” e mio padre “ma si disgrazziatu sai si propriu na jettatura, vi duvi mu vai e pensa ad atru” e lui sorridendo andava via. Le condizioni di salute di Bruno, sia per la sua patologia sia per la vita disordinata che conduceva, col passare del tempo andavano sempre più a peggiorare, più volte è stato ricoverato e poi, quando sia la madre che la sorella erano venute a mancare è stato necessario il ricovero in una casa di cura dove ha concluso il suo ciclo terreno.
Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]