Con l’inizio del periodo primaverile riaffiorano nella mia mente ricordi legati ad una comune pianta selvatica, l’ortica, un’erbacea diffusa sia in oriente che in occidente, nota per il potere irritante dei peli che ne ricoprono le foglie e i fusti ma una pianta dalle mille proprietà terapeutiche e culinarie. L’ortica è particolarmente ricca di potassio, fosforo, ferro, vitamina A, vitamina C, e calcio.
Tra i mille modi di utilizzo dell’ortica nel campo terapeutico, ne ricordo uno in particolare dove questa preziosa pianta veniva utilizzata soprattutto dalle donne per nutrire e rinforzare il proprio cuoio capelluto. Infatti quando ancora non si usava andare dal parrucchiere ogni sabato o non c’era la possibilita’ di farlo, bisognava affidarsi ai rimedi naturali, quindi in barba al dolore e all’infiammazione che si provava al tocco delle ortiche, ci si forniva di guanti, cestino e forbice e si andava per le vie delle campagne a raccogliere la preziosa pianta.
La maggior parte delle donne ma soprattutto le ragazzine (io in primis) dopo aver raccolto le ortiche, le mettevano con dell’acqua a bollire per qualche minuto, al fine di utilizzare il prezioso “succo” dopo lo shampoo, con il quale massaggiare il cuoio capelluto per rinforzarlo e nutrirlo dando splendore e lucentezza alla propria chioma ed evitando cosi un’eventuale e maggiore caduta di capelli.
L’ortica oltre ad essere utilizzata per la bellezza della propria persona era usata anche in cucina, ricordo infatti che nel campo culinario le casalinghe si sbizzarrivano nel preparare ed inventare nuove e gustose ricette, e quasi sempre, gruppetti di amiche nel primo pomeriggio formavano una vera e propria squadra che tra sorrisi, racconti, confidenze e l’intonazione di qualche canzoncina dell’epoca andava a raccogliere nei campi la fresca pianta spontanea.
Oggi basta aprire internet per trovare un vasto numero di ricette sull’ortica, ma all’epoca non erano molte e le specialità che ben ricordo e che venivano preparate in famiglia soprattutto dalla mia amatissima zia Rosa di “castagnedha” (titolare della merceria/emporio più in vista su Corso Umberto I° di Spinetto) erano la rinomata “pasta con le ortiche in bianco, le frittate, le ortiche cotte a vapore, tutte ricette semplici e genuine dal sapore indimenticabile. Da piccola ricordo anche che le ortiche erano anche motivo di terrore per i bambini per il forte potere irritante al contatto con la pelle per i peli che ne ricoprono le foglie e i fusti. Ed allora i genitori che credevano nel famoso detto “mazzi e panelli fannu li figghi belli” li utilizzavano per intimidire i propri figliuoli dopo aver combinato una grave macarella urlando: ” malanova mu ti vena, si t’acchiappu ti pigghiu cu l’ardichi e ti fazzu mu vidi , si quandu ti dicu na cosa non mi sienti…”. A quel punto ricordo che il colpevole della marachella ritornava sui suoi passo diventando ubidiente e spergiurando al proprio genitore di non combinare piu’ guai.
Tanti ricordi e tanti usi su questa pianta che dovremmo continuare a tramandare di famiglia in famiglia, continuando a mantenere gli usi dei nostri avi.
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