Questo articolo da valere quale monito verso coloro che conducono un mezzo di qualsiasi tipo e genere sulle nostre strade; esso prende spunto dal grave fatto di cronaca stradale accaduto il 26 novembre dell’anno appena trascorso, sulla provinciale tra Soriano e svincolo delle Serre. Lo scopo precipuo di esso non è tanto quello di ricostruire la dinamica del sinistro sopra indicato e le relative colpe e responsabilità dei conducenti, ( sarebbe del tutto inopportuno perorare le ragioni di una o dell’altra parte ) ma è quello, in generale, di enunciare sia pure a sommi capi, le cause principali degli incidenti e indicare con umiltà la via Maestra della prevenzione per evitarli o contenerli. Ovviamente siamo felici che Vincenzo Zaffino ( figlio del serrese Massimo Zaffino ) sia uscito fisicamente indenne, dopo l’impatto violento che ha coinvolto le due auto, ma allo stesso tempo siamo tristi sia perché Giorgio Pistininzi abbia perso la vita e sia perché la sua ragazza ha subito ferite, lesioni e traumi psicologici indelebili. Magari dieci secondi prima dell’impatto letale, Giorgio e Aurora, rispettivamente di 29 e 25 anni, stavano parlando del loro futuro e dei loro sogni, non sospettando minimamente che dietro la curva, per usare una metafora antica ma sempre attuale, latet in erba anguis… ben nascosta nell’erba e accanto la curva, l’attendeva l’insidia del serpentello ( essendo piccolo non si nota ) che metaforicamente nel nostro caso rappresenta la Morte. E qui sorgono spontanee delle domande esistenziali verso le quali mai riusciremmo a rispondere in modo esaustivo, rompicapo per filosofi e teologi: questo spiacevole evento, come gli altri, sono frutto di una predestinazione o attraverso circostanze e coincidenze di tempo e di luogo devono accadere, senza l’intervento di entità metafisiche? Ma torniamo a sviluppare il tema principale che ci siamo proposti senza perderci nei rivoli delle problematiche che da esso derivano, con una domanda che ci impone di usare un ossimoro, cioè semplice e difficile allo stesso tempo: perché si verificano migliaia di incidenti e quali sono gli effetti prismatici deleteri che producono? Il primo motivo che li causa, è ovviamente la violazione parziale o totale del codice della strada. Per quel che riguarda noi invece, prima causa sono le nostre strade insicure, anche se noi, a dire il vero, pur avendo la consapevolezza delle pericolosità di esse, continuiamo a circolare a velocità elevata per guadagnare solo pochi inutili minuti. La velocità oltre il consentito diviene la seconda causa perniciosa per i mezzi che circolano, mentre a livello nazionale è la prima che provoca danni a cose e a persone. A proposito di essa, quando si verifica uno scontro tra mezzi, la somma delle due velocità provoca un urto violento che non dà scampo ai conducenti coinvolti e spesso l’energia cinetica che ne deriva, purtroppo, provoca ancora altri danni. Di conseguenza dopo che l’evento si è verificato ( con morti, feriti ed invalidi ), inizia l’iter doloroso ma necessario della ricostruzione successiva della dinamica del sinistro, per accertare le colpe e le responsabilità che hanno provocato le vittime delle strade con effetto domino: aumentano così in modo esponenziale le controversie nei Tribunali e i successivi pagamenti esosi che devono sborsare le compagnie di assicurazione, i quali, a loro volta gravano pesantemente sull’erario ed infine incidono sulle tasse e sui tributi di noi cittadini. In queste fattispecie, come in altre, il compito e il ruolo del Giudice divengono rilevanti e risolutori; esso attraverso i verbali delle Forze dell’Ordine, testimoni e CTU, riesce a ricostruire a posteriori, l’eziologia complessiva delle cause e concause che hanno provocato il sinistro, stabilendo anche le percentuali di responsabilità da attribuire agli autori coinvolti ( es. 50%, 70%, 100% ect. ) per un equo pagamento da parte delle compagnie di assicurazioni. Il punto di partenza del Giudice è il nesso di causalità che rappresenta il legame che esiste tra il comportamento del soggetto e l’evento dannoso che determina l’esistenza del reato con il quale concorrono numerosi fattori causali ( come ad es. le condizioni precarie della strada o le intemperie come pioggia e ghiaccio ) e, fra essi, si colloca la condotta del presunto autore. Orbene, davanti alle stragi sulle strade italiane ( 600/700 morti ogni anno con oltre 22.000 lesioni riportate da soggetti coinvolti ), il Governo nel marzo del 2016, ha introdotto una legge nuova, poi veicolata nell’art. 589 bis del c.p. che sancisce l’omicidio stradale, auspicato da tutti, che ha inasprito le pene fino a 20 anni per i casi pù gravi e ritiro della patente fino ad oltre 15 anni! Certo la repressione rappresenta un deterrente sempre relativo per i soggetti che violano il codice della strada, ma le statistiche, al contrario, dicono che la prevenzione è quella che sempre ha raggiunto risultati più incisivi e più efficaci, ad esempio attraverso un seria educazione stradale dei bambini ad iniziare dalle scuole primarie. In conclusione, il motto la prudenza non è mai troppa, è una formula vincente che ancora produce i suoi effetti positivi. In concreto e lungi da impartire lezioni di comportamento, quando si parte per Vibo, Catanzaro e Reggio o altra destinazione, prima regola “non avere mai fretta”. Essa è una cattiva consigliera in tutte le azioni e attività umane. Il nostro monito, in fin dei conti, è rivolto soprattutto ai giovani che facilmente si fanno irretire dai miti dell’auto potente e della velocità, emulando così il cattivo esempio della massa non pensante. Probabilmente abituandosi ad essere prudenti in ogni momento, il grave incidente del 26 novembre si poteva evitare o limitare i danni solo alle auto. Fortuna o sfortuna si alternano nella vita di relazione dell’essere umano, ma l’una e l’altra, quasi sempre, vengono incoraggiati dal nostro comportamento positivo o negativo che sia.
Concludiamo con un pensiero a chi è morto in un’istante: “di Giorgio Pistininzi, vittima stradale, non rimane più nulla, se non il dolore eterno di quelli che l’hanno amato, qualche foto che sorride alla vita e un mazzo di rose nella curva maledetta che mano pietosa pose ad imperituro ricordo”.
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