sfondo-RM-2023

Rivista Santa Maria del Bosco - Serra San Bruno e dintorni

Domenico Calvetta
Marco Calvetta
white_search.png

DOVE CI TROVI

  • Profumo di Pane
  • Coop Serra San Bruno
  • La Bottega del Pulito
  • Serfunghi di Luigi Calabretta
  • Edicola Grenci
  • Bar Scrivo
  • Congrega Assunta di Terravecchia 
  • Museo della Certosa
  • Istituto Einaudi
  • Edicola Barillari
white_tick.png

Donazione

Aiutaci a sostenere la rivista! Fai una donazione spontanea.

Amount:


Otticairene
Different
Non solo frutta delle 2 P

Il cruciverba in serrese

Gioacchino Giancotti
A+ A A-

Sentenza ospedale
Violare la privacy di una persona è un reato. Senza “se” e senza “ma”. Anche se questa non si trova a casa propria, ma sul posto di lavoro. Anche se qui non sta svolgendo le sue mansioni lavorative, ma sta andando in bagno e non sa di essere osservata. C’è un soggetto passivo, la donna in un bagno di un’azienda ospedaliera del vibonese, dove presta servizio. E’ un luogo sensibile in cui si comporta con naturalezza. Un altro dipendente, il soggetto attivo e colpevole, la spia, grazie a una telecamera nascosta.
Fatti simili si ripetono con frequenza impressionante dal Nord al Sud della penisola e la nostra provincia non poteva non adeguarsi. Analizziamo la cosa senza ingigantire ne’ minimizzare, ma indignati dall’esito giudiziario della vicenda. Si tratta senza alcun dubbio di una manovra insidiosa e invasiva che ha influito sulla serenità di una persona. Lo show – per lo meno speriamo privato - è stato organizzato da un subdolo individuo che ha voluto interferire nella sfera privata di una donna.
Eppure, a leggere la mite condanna, sembrerebbe di assistere a una semplice bravata che viene sdrammatizzata come se si fosse trattata di un’innocua scenetta da film pruriginoso in cui lei non sa di essere l’oscuro oggetto del desiderio della più bieca e malsana libido maschile.
Non si può semplificare così la realtà. Non è un film, la vita. Alvaro Vitali, che spiava le sue donnine dal buco della serratura, ci fa ridere perché sappiamo che sta facendo una satira della realtà e sta recitando, non vivendo. Ma il guardone astuto che posiziona una telecamera in un luogo sensibile non può compiacere nessuno. La sua non è stata una bravata, ma un reato da perseguire penalmente. Tutti d’accordo con quest’assioma.
Una cosa in questa triste vicenda ci fa ridere: la condanna inesistente comminata allo spione delle donne. Solo cinque giorni di sospensione dal lavoro, come dire: niente. Una beffa. Per rimanere nel campo della citazione di film: “Non ci resta che piangere”. Una sconfitta, non solo per le donne, ma pure per la categoria degli uomini, che non può riconoscersi in simili individui e non può accettare che si sia trattato di un semplice sbaglio. E’ stata una colpa protratta, pensata, voluta. Un dolo, una fraudolenza che Dante avrebbe posto in un girone infernale. Eppure, la commissione disciplinare interna all’ASP, ha inteso il gesto come una semplice birichinata, alla maniera di Pierino. Come dire: una spiatina, una sbirciatina maliziosa con l’aiuto di una telecamerina.
Perché, ci chiediamo ancora una volta, quando si tratta di una violazione dell’universo femminile, assistiamo a simili riduzioni e semplificazioni? Una benevola pacca sulla spalla da parte di chi punisce, l’espiazione del peccatuccio con un piccolo castigo … e che tutto torni come prima e si sancisca il ritorno alla cosiddetta normalità. Guai a chi rompe l’ordine e denuncia, verrà sbeffeggiato.
La donna spiata aveva esibito la prova del reato, perché aveva prelevato la piccola telecamera i cui filmati incastravano proprio il “guardone hi-tech”, il cui occhio molesto è una vera e propria insidia, creando la violazione di uno spazio, seppur non domestico. Molestia voluta e protratta che viene trattata come una mania maschile, una caratteristica del temperamento, una devianza da non è punire severamente.
Come ebbi a dire qualche mese fa su questa testata, il raggiro del mondo della donna non è una sciocchezza. Chi viola l’intimità di una persona ne turba la serenità. Sentirsi concupite a livello fisico, essere svilite a mero oggetto del desiderio è una ferita inferta ad anni di dure lotte per la costruzione della propria identità. Ma, ancora una volta, il diritto si è dimostrato impreparato a trattare un atteggiamento maschile che andava purgato seriamente e fermamente, senza incertezza.
Le donne sono stanche di essere ricondotte all’idea del corpo violato e svilito, corrotto e mercificato, oggetto del ludibrio e della concupiscenza. Con la rabbia di chi si sente sminuita in base al suo sesso, ma con l’orgoglio di essere donna, soggetto pensante e fautrice di storia, dico che con una sentenza simile siamo tornati indietro di quarant’anni e che questa rappresenta un arresto al progresso umano e sociale. Un vulnus per tutti, non solo per le donne.

la strada fangosa
Ho sempre ritenuto che le varie interpretazioni che possono nascere da una semplice storiella zen ci avvicinino sempre più alla comprensione del mondo in cui viviamo.

La storiella che vi racconterò oggi si intitola “La Strada Fangosa”.

Una volta due monaci, Tanzan ed Ekido, camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto. Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza, in chimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada. Tanzan si rivolse alla giovane e le disse: «Vieni, ragazza». Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere.
Ekido non disse nulla finché quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte. Allora non poté più trattenersi. «Noi monaci non avviciniamo le donne» disse a Tanzan «e meno che meno quelle giovani e carine. È pericoloso. Perché l’hai fatto?».
Tanzan rispose: «Io quella ragazza l’ho lasciata laggiù. Sei tu che continui ancora a portarla».

Una delle prime conclusioni che posso trarre da questo racconto è quello che non sempre si può giudicare una persona da come essa appare esteriormente. A volte, come nel caso di Ekido, un comportamento apparentemente irreprensibile può celare una certa bassezza d’animo. Tanzan ed Ekido hanno entrambi vissuto lo stesso momento. La sola differenza è che Tanzan ha vissuto quel momento e, una volta conclusosi, lo ha lasciato nel passato, senza pensarci più. Mentre invece Ekido ci ha rimuginato sopra tutta la giornata, lo ha prolungato con la mente, avrà iniziato a coltivare pensieri negativi nei confronti dell’altro monaco, si sarà sicuramente sentito superiore a lui.
Questo mi fa pensare a chi crede di essere migliore degli altri solo per il fatto di sfoggiare un comportamento apparentemente irreprensibile. Per esempio chi crede di essere una brava persona perché va a messa la domenica. O chi finge di compiere buone azioni per apparire migliore agli occhi degli altri…
Non è mia intenzione fare di tutta l’erba un fascio. Voglio solo condividere l’idea che ciò che conta in ogni nostra azione sia la motivazione che ci spinge a compiere quel gesto. Mi è capitato di sentire persone dire “io il paradiso lo merito perché vado a messa ogni domenica”, ma poi rifiutarsi di andare se non c’era l’amica con cui chiacchierare durante la funzione… oppure discriminare la gente in base al colore della pelle… E che dire poi di quelle persone che si impegnano in opere di beneficenza a favore di paesi più poveri, che poi si lamentano per la presenza di immigrati nel nostro paese, esseri umani che fuggono da situazioni spaventose e cercano solo un futuro migliore per sé e per i propri figli…
Io penso che a volte ci sia più devozione nel contemplare un tramonto in silenzio che sedersi in chiesa durante una messa e pensare ad altro. Penso che sia più caritatevole l’uomo che aiuta la persona in difficoltà che ha di fronte che chi manda soldi all’estero solo per sentirsi in pace con la propria coscienza e se ne lava poi le mani.
Non sto affermando che tutte le persone sono uguali. Sto solo dicendo che è la motivazione ciò che fa la differenza.
Un altro elemento importante presente in questa breve racconto è l’idea che la vita, per essere tale, vada vissuta nel momento presente. Tanzan è il monaco che, vivendo nel qui e ora, ha superato la forma e ha colto il vero significato dello Zen. Bisogna vivere ogni istante della nostra vita con attenzione. Tanzan vive nel presente. Passato e futuro non lo turbano minimamente. La sua mente è calma. Dobbiamo smettere di rimuginare sul passato o preoccuparci del futuro. Dobbiamo essere qui e ora. L’attimo presente è ciò che davvero esiste. Questa è l’unica strada che può condurci alla felicità e, un giorno, all’illuminazione.

white_info.png

Annunci in Bacheca

  • image
  • image
  • image
Previous Next
Tucci Motors

Come eravamo - Foto d'epoca

Loading script and Flickr images

The Best Bookmaker Betfair Review FBetting cvisit from here.

Traduttore

Italian English French German Spanish
white_arrow.png

Calendario articoli

Aprile 24
L M M G V S D
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 1 2 3 4 5

Seguici su facebook

white_arrow.png

Articoli più letti

  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Prev Next

Fatti straordinari: NATUZZA MI DISSE: “ …

Fatti straordinari: NATUZZA MI DISSE: “ Guardate meglio il Vostro orologio…adesso mi credete?”

Hits:42932|VISITE Franco Inzillo - avatar Franco Inzillo

Il lungo calvario di Natuzza Evolo

Il lungo calvario di Natuzza Evolo

Hits:22708|VISITE Sharo Gambino - avatar Sharo Gambino

Inchiesta su Paravati | Il caso di Natuz…

Inchiesta su Paravati | Il caso di Natuzza…una diatriba per denaro e potere!

Hits:17002|VISITE Domenico Calvetta - avatar Domenico Calvetta

Il mistero della foto di Padre Jarek.

Il mistero della foto di Padre Jarek.

Hits:13816|VISITE Domenico Calvetta - avatar Domenico Calvetta

La mia terra spogliata di tutto dal 1860…

La mia terra spogliata di tutto dal 1860 ad oggi!

Hits:13574|VISITE Antonio Nicoletta - avatar Antonio Nicoletta

Rivista Santa Maria del Bosco - 89822 Serra San Bruno. Reg. n. 1/15 Tribunale Vibo Valentia. Copyright © 2021 Rivista Santa Maria del Bosco. Tutti i diritti riservati. Web Designer Marco Calvetta

Questo sito utilizza cookies. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookies clicca su “Maggiori Informazioni” e leggi l’informativa completa. Cliccando sul tasto “Accetto” acconsenti all’uso dei cookies. Maggiori Informazioni