Milioni di pagine di letteratura parlano di loro.Saggi di ogni tempo ne hanno indagato la natura enigmatica e ammaliante. Uomini potenti per loro hanno rinunciato a regni ed imperi.Le donne , quale dolce maledizione per il genere umano! Baudelaire le considerava angeli e diavoli,ora dolce sollievo dell’anima, ora sua dannazione. Altri poeti ‘maledetti’ vedevano in loro solo il diavolo, ma non potevano trattenersi dal venerarle con odio. Nietzsche le odiava davvero e fini’ in manicomio. D’Annunzio pensava male di loro ma le elesse a Muse perche’ gli servivano per comporre. Marinetti disse di loro ‘Il cervello è un motore aggiunto e inadatto allo chassis della donna che ha per motore naturale l’utero. Il cervello sforza, sfascia e deforma la donna che lo porta.’ Le disprezzo’ da futurista, ma le amo’ appassionatamente da uomo. Per me la donna e’ stata il senso di tutta una vita. L’ho sempre amata con il disincanto di chi si avvede dell’inganno ma non rinuncia al gioco, perche’ tra le tante futilita’ della vita la donna e’ la piu’ piacevole e la piu’necessaria. La si ama senza tanti “perche’”, perche’ non amarla e’ come morire.La donna va spiegata col cuore e non con la ragione , che la renderebbe il peggiore nemico del maschio. Il potere, la fama , la gloria, tutto e’ cenere senza il rassicurante cuscino di donna su cui adagiare la propria anima. La donna e’ cosciente di essere il motore del mondo e ,per istinto naturale, si presta a questa imprescindibile necessita’. I suoi capricci sono il carburante per le azioni del maschio, che altrimenti dimenticherebbe se stesso e impoltrirebbe nella palude della propria esistenza. Una vera donna capisce non deve elevarsi al maschio,come vorrebbero tante femministe autolesive,ma inorgoglirsi ancora di piu’ della propria ‘presunta’ inferiorita’,perche’, come disse il filosofo tedesco , “la donna che disimpara a ‘temere’ abdica ai suoi istinti femminili.” In Russia, Paese felicemente retrogado, questo precetto accompagna la donna sin dalla piu’ tenera eta’. Forte della propria bellezza, la donna russa domina il maschio con il ‘rito della sottomissione’. Tutti gli accessori di tale rito (tacchi a spillo, gonne ammiccanti, rossetti color del sangue) vengono scagliati , come i famosi lanciarazzi Katjusha, contro la traballante superiorita’ del maschio, scuotendone le basi senza tuttavia farla crollare. In questo colpire senza ferire si esprime tutta l’intelligenza della donna russa, che alla parita’ col maschio preferisce la vellutata sottomissione che la rende di fatto padrona dei destini del mondo, nelle cui vicende il maschio e’ solo un borioso e sciocco timoniere . Io ho ormai portato a riva il mio battello e di mari ne ho solcati numerosi. Se sono giunto incolume alla fine del viaggio e’ perche’ sono stato un timoniere sempre fedele alle direttive dei tanti Capitani che la vita ha imbarcato sul mio battello. La Natura non va violentata,ma assecondata. Non esiste emancipazione riguardo ai dettami di Natura. La donna che non vuol essere piu’ femmina e’ una negazione di se stessa. Il maschio che non accetta, pur maledicendoli, i capricci della donna e’ destinato a smarrirsi nel buio della propria solitudine . Auguro ai tanti giovani che si affacciano alla vita che le mie parole possano essere di aiuto nella battaglia che dovranno condurre contro il conformismo del pensiero libertario che non tollera retrograde deviazioni dal cammino dell’ emancipazione fine a stessa. Un grande abbraccio a tutte le donne, il nemico piu’ amato dal maschio cosciente della propria sudditanza al bello irrazionale.
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